Parte Terza
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1. Carlos Ferreira de Castro

Me ne sto seduto qua, di fronte a questi tetti, a questo fiume; laggiu’ tutto e’ un brulichio di persone, un correre, un rincorrere, un inseguire, un cercare. Io non voglio perdere. Ma non so come muovermi. Tutto e’ cosi’ difficile, cosi’ intricato. A volte la realta’ mi appare in tutta la sua semplicita’, una chiarezza disarmante che mi invita alla speranza. Altre volte tutto e’ oscuro, nebuloso, senza senso. Da che parte iniziare? L’unica mia certezza e’ la terapia. Una pillola per sentirmi piu’ forte, meno vulnerabile. In ogni pillola una dose di coraggio per affrontare la giornata. O forse, solo per renderla piu’ sopportabile. Ma nessuna pillola riesce a darmi una spiegazione. Nessuna pillola puo’ dirmi il perche’ io sia cosi’. Qual’e’ il mio scopo nella vita, qual’e’ la mia funzione? Studiare, e poi? Lavorare? Trovare una ragione di vita nel lavoro? No, non e’ cosi’. Non si puo’ vivere solo per lavorare. Una famiglia? Avere dei figli, comprare una casa, le gite al mare la domenica, le visite ai parenti per le feste comandate...E’ questo? E’ tutto qui? Dio, possibile che non ci sia altro?
Forse tutto e’ gia’ scritto, tutto e’ gia’ stato detto. Come con Paula...Paula. Ho provato, ho provato a mentire, a vestire panni non miei. Sono abituato a farlo. Ma fino a quando avrei potuto continuare? L’amore se n’e’ andato, con le sue bugie e le sue domande. Paula...vorrei che tu potessi capirmi senza bisogno di spiegazioni.
Devo tornare nel mondo di oggi, trovare un significato per sentirmi vivo. Sono stanco di vivere in questa nuvola di pioggia. Da quanto tempo mi sento cosi’ giu’? Sembra da sempre, da una vita intera. Da quassu’ posso capire di essermi sbagliato...
“Signore?”
“...che?”
“Il signore desidera?”
“Portami un altro caffe’”.



2. Marcelo Denilson

“Portami un altro caffe’” Nemmeno “per farvore”, no, niente da fare, te lo scordi, sei un immigrato, allora vali zero, meno che zero, non conti nulla...e se poi hai la pelle scura, figurati, allora sarai pure un ladro, c’e’ da stare attenti, se sei scuro devi essere un ladro, e’ naturale. E fortuna che non sono un negro, figurati, gia’ ti vedono male perche’ sei brasiliano, se poi sei pure negro minimo sarai appena uscito di prigione, ovvio...Maledetti portoghesi, solo a sfruttarti pensano...se ci fosse un po’ di lavoro in Brasile, di corsa ci tornereri, di corsa, tutto diverso, e’ tutto completamente diverso, altro che qua. Sempre a lamentarsi, non fanno altro che lamentarsi, con questo fado, musica per piangere e lamentarsi. E poi chiamano la polizia, quando ci vediamo giu’ al bar per cantare due canzoni della nostra terra vanno a chiamare la polizia perche’ e’ tardi e vogliono dormire, che di giorno lavorano. E perche’, noi cosa facciamo? I lavori piu’ faticosi facciamo, altro che. Non capiscono, e se capiscono se ne fregano. “Non ti piace? Allora tornatene in Brasile a ballare la samba!”. Idioti. Certo che tornerei in Brasile, anche a ballare la samba, e perche’ no? Almeno c’e’ un po’ d’allegria, un po’ di voglia di vivere, non come qua, sempre nervosi, sempre tristi. Solo perche’ hanno avuto la fortuna di nascere in un Paese piu’ ricco, non e’ mica una colpa nascere in un posto povero, mica lo abbiamo scelto noi. Invece no, sembra che veniamo qui a passare le ferie, non a lavorare...ancora un paio d’anni, devo resistere ancora un paio d’anni e poi me ne posso tornare a San Paolo, dalla mia famiglia. Chissa’ come sara’ cresciuto Serginho, quando torno gli porto qualcosa da qua. Anzi no, meglio di no, gli compro qualcosa giu’ in Brasile, che e’ meglio! Ancora un paio d’anni...dovrebbe bastare, voglio rifare i conti per sicurezza ma dovrebbe bastare. Quel piccolo bar, sulla piazza della chiesa, quella a pochi passi dal centro...sarebbe l’ideale. Un bar mio, tutto mio. Potrebbe darmi una mano mio cugino, invece di fare avanti indietro tra San Paolo e Lisbona. “Perche’ non fai come me?” gli ho gia’ detto “trovati un lavoretto fisso per qualche tempo e poi ce ne torniamo a casa una volta per tutte”. Non ce la fa, questo posto gli fa proprio schifo, qualche mese e poi non regge...tutti i torti non ce li ha, ma potrebbe almeno provare...un bar tutto mio, senza nessuno che mi mi sta a dare ordini o che mi controlla quando mi muovo per paura che mi avvicini troppo alla cassa...solo un paio d’anni...ma che fa’ quell’idiota? Non lo vede il pedone?


3. Miguel Mario Moutinho

“Stia calmo, adesso arriva l’ambulanza”
Che male, Cristo che male, fa male, male...perche’ non ha frenato, maledetto, deve avermi visto, non ha frenato...
“Non si agiti, vedra’ che non e’ nulla di grave. La sente? Questa e’ la sirena, stanno arrivando”
...mi avra’ spezzato una gamba, bastardo lui e la sua auto, Dio che male, che male...
“Cerchi di non muoversi, ora la mettiamo sulla barella”
“Ahia! Piano, piano, Cristo! Fate piano!”
“Fatto, e’ gia’ sulla barella. Non muova le gambe, senno’ e’ peggio”
Dio che dolore, non pensavo facesse cosi’ male...
“Una bella botta alla gamba, ma non sembra nulla di grave; tra poco saremo all’ospedale, mi sente?”
Si, si, si che ti sento...l’ospedale, non ci voleva l’ospedale proprio oggi, Francisca mi sta aspettando, devo avvertirla, dire di stare tranquilla, Cristo, non ci voleva l’ospedale...
“Visto? Siamo gia’ arrivati al pronto soccorso, vedra’ che adesso andra’ meglio, solo un po’ di pazienza”
Pazienza? Mi hanno spezzato una gamba, sento un male cane, ora sono finito all’ospedale. Pazienza!
“Allora, vediamo...frattura arto inferiore sinistro, ferita lacero contusa arto superiore destro...”
“Che?”
“Lei e’ il signor Moutinho? Ha una gamba rotta. Ma la frattura e’ semplice, non scomposta. E per il resto sono solo sbucciature, niente di piu’. Come si sente, a parte la gamba?”
“Da cani”
“Su, non e’ poi cosi’ grave, poteva anche andare peggio, molto peggio di cosi’. Soffre di qualche malattia cronica? Allergie? E’ sotto qualche trattamento medico?”
“No dottore, no”
“Bene: adesso le faranno un paio di lastre in radiologia, tanto per essere tranquilli. Poi, su in ortopedia per le cure del caso, va bene? Magari dovra’ indossare uno stivale un po’ ingombrante, un po’ pesante...un bello stivale bianco, eh? Ma dopo tornera’ come nuovo. E il Natale e’ salvo.”
“Dice davvero? Non pensa che mi tratterranno qui a lungo?”
“Direi proprio di no, il tempo per l’ingessatura. Mica vorra’ andare a sciare, eh?”
“No, no si figuri...dottore, non potrebbe darmi qualcosa per il dolore? Fa male, parecchio...”
“Mentre l’infermiera le prende i dati vediamo di darle qualcosa, non si preoccupi”
“E si puo’ telefonare? Mia moglie mi sta aspettando...”
“Cos’ha, il cellulare?”
“Si, credo di si...si, e’ qui, sembra intero...”
“Lo sa che negli ospedali e’ proibito l’uso dei telefonini, eh? Prima che la portino in radiologia chiami, ma faccia in fretta, non si potrebbe”
“Grazie, la ringrazio dottore”
“Di nulla. E stia calmo, tra poco il dolore si fara’ sentire molto meno”


4. Martin de Pina Bettencourt

“Allora? Finito?”
“Si, il reparto e’ tutto tuo, te lo lascio volentieri”
“Novita’?”
“No, tutto come sempre. ‘Sta tutto scritto li, sul registro delle consegne. Tutto come sempre”
”E quello che e’ uscito adesso?”
“Ah, quello...Adelina sta raccogliendo i dati, l’ho mandato a fare due lastre, ma non e’ nulla, una frattura, poi se ne va dritto in ortopedia. A domani. E buon lavoro”
“Ciao, salutami tua moglie”
“Ok, grazie”
Anche oggi e’ andata, tutto a posto. Tutto a posto, si fa per dire...lavorare in queste condizioni e’ stressante. Mi sono fatto in quattro per finire nel maggiore ospedale della citta’ e sembra di lavorare in una missione dello Zaire...
“Scusi, me la puo’ spostare? Devo uscire, grazie!”
...quando e’ tornata Adelina con le mani vuote avrei voluto mollare tutto ed andarmene. Anche i butterfly adesso, anche una cosa stupida come i butterfly hanno esaurito. E quelli vogliono privatizzare...buona idea, cosi’ spariranno anche i letti. Non si sapessero come funzionano le cose in questo paese...arrivera’ il solito statale che non ha mai visto un ospedale prima e buona notte. Privatizzare...bella idea...se siamo fortunati arriva uno che punta solo alla pensione e allora non cambia nulla. Altrimenti ci mandano quello rampante, quello che vuole fare bella figura per mettersi in luce, magari per poi candidarsi a qualcos’altro. E allora apriti cielo! Non bastassero gia’ le tante carogne che ci sono tra i colleghi...
E adesso mi tocca pure la cena con i cugini di Sara. Ne farei volentieri a meno. Sara’ meglio darle un colpo di telefono...
“Ciao, sono io, tutto bene? Si, si, come al solito. No, sono uscito ora, sono in coda. Mah, non lo so, mezz’ora, tre quarti d’ora, dipende dal traffico, a quest’ora sai com’e’. Hanno chiamato i tuoi cugini? Ah, allora e’ confermato. Che tono? Sara, non c’e’ nessun tono, e’ che ho finito adesso di lavorare, sono stanco, tutto qua. No, tranquilla, tutto a posto, tutto a postoti dico. Sara, lo sai che per me i tuoi cugini non sono il massimo, ma va bene, non c’e’ problema. Non ho detto questo, non facciamo sciocchi paragoni adesso, ne abbiamo gia’ parlato, no? E allora, vogliamo discuterne un’altra volta? Dai, dimmi cosa vuoi che mi fermi a comprare. Sicura? La torta basta? Guarda che Pedro se ne ingoia una da solo...Sara, e sto scherzando, no? Dai, tra poco sono a casa, magari se e’ tutto bloccato prendo il traghetto cosi’ arrivo prima, va bene? Ok, guarda, ti devo lasciare perché c’e’ la polizia piu’ avanti e se mi vedono col telefonino...va bene, va bene, a dopo allora. Bacio.”



5. Francisco Santos Correia

“Forza, forza, muoversi!” Cosa aspetta quello? “Avanti, vada che e’ verde!” Ma tu guarda...poi li senti per strada “quando serve un agente non lo trovi mai” e quando c’e’ si paralizzano, vanno ai 20 all’ora. E gia’. perche’ non lo so che quando non ci sono mi passi anche col rosso! Tutti bravi adesso, tutti in fila per benino...se ‘stavolta mi accettano il trasferimento col cavolo che ci ritorno all’incrocio. In ufficio, sarebbe anche l’ora, dopo tutto il tempo passato in mezzo alla strada, in mezzo ai tubi di scappamento. Altro che catalitiche, e’ sempre fumo, e quando tossisci ti ritrovi il fazzoletto nero. E poi mi dicono di rispettare l’ambiente! Cominciassero a rispettare un po’ noi, almeno ci dessero delle mascherine, che fanno poco, d’accordo, e poi sono anche un po’ scomode, e’ vero, ma almeno un po’ ti aiutano. Ma adesso cosa vuoi che ci diano, si lamentano sempre, mancano i fondi; e con quella storia dei corrotti, poi, non e’ proprio il momento per le mascherine...Roba da matti, sono anni che faccio questo mestiere, mai preso una lira, e adesso, per questi quattro imbecilli, sembra che tutta la Brigata di Transito sia un covo di criminali...
“A destra, a destra, non lo vede il segnale?”
...d’accordo, hano sbagliato, ma e’ difficile, e’ difficile andare avanti con questi quattro soldi, e’ uno stipendio da fame, la tentazione e’ forte, e’ molto forte...ti capita quello che ti infila il biglietto da 50 nella patente, tu che fai? Non e’ facile, non e’ facile...e io ho gia’ una certa eta’, una certa esperienza, se capitasse a me saprei cosa fare. Ma quelli giovani, invece, e’ piu’ difficile per loro, escono dalla scuola tutti montati, li sbattono in mezzo alla strada e li’ si che capiscono come girano le cose. E se uno ti sventola una banconota sotto il naso tu che pensi? Pensi che potrebbe scapparci una cenetta con la tua fidanzata, un regalino, magari un giubbotto nuovo...e’ difficile...si, e’ contro la legge, e chiamiamola corruzione, mi sta anche bene, ma non ammazzano nessuno alla fine. E non sono certo gli unici, andassero a vedere un po’ piu’ in alto, eh, se volessero la troverebbero la corruzione, eccome se la troverebbero! Quei pedofili, quelli della “Casa Pia”, quelli si che sarebbero da ergastolo, anche peggio, razza di animali...
“A destra, a destra!”
Dannato fischietto, in mezzo a tutto questo rumore faccio fatica a sentirlo pure io...certo, pero’, che abbiamo fatto una brutta figura, una gran brutta figura davvero, anche peggio, la credibilita’, tutto il resto...con l’inchiesta poi va a finire che mi slitta il trasferimento, cosi’ per quattro imbecilli ci vado a rimettere anch’io...stronzi!